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Canoni Demaniali

La posizione del Presidente CNA Balneatori Liguria: "Tenere conto degli altri costi pagati dalla categoria"


Alessandro Riccomini - Presidente di CNA Balneatori Liguria - a seguito delle polemiche scaturite dalla pubblicazione dell'elenco dei canoni demaniali pagati dai concessionari di stabilimenti balneari, intende fare chiarezza e ribadisce come non siano stati forniti elementi utili all'opinione pubblica per consentire la piena comprensione dell'argomento.

"Gli elenchi - spiega Riccomini - non comprendono parametri essenziali, quali la dimensione del fronte mare e l'area della superficie demaniale complessivamente concessa, nonché la precisazione che si tratta di spiagge spoglie, prive di qualsiasi struttura fissa, nelle quali gli impianti (spesso perfino quelli fognari) sono stati realizzati e sono mantenuti a cura e spese del concessionario".

Il Presidente di categoria si rivolge all'Assessore regionale Cascino: "Il concetto fondamentale che Lei ha divulgato negli scorsi giorni è che gli stabilimenti balneari pagano cifre irrisorie come contropartita dell'utilizzo del bene demaniale. Questo è vero per la specifica voce 'canone demaniale', ma trascura il fatto che esistono altri innumerevoli elementi di costo indissolubilmente legati all'esercizio della concessione balneare. Senza di questi, la concessione non può essere attivata. Ci riferiamo all'obbligo di sorveglianza alla balneazione con le rigide modalità regolamentate; alle mansioni obbligatorie del primo soccorso; alla pulizia estiva e invernale degli arenili. E ci riferiamo anche alla necessità di ricostruire e smontare, anno dopo anno, le strutture mobili dello stabilimento, lavorando per mesi senza incassare un centesimo e pagando salari, contributi, interventi di terzi per movimentazione sabbia e altro, nonché agli indispensabili oneri di magazzinaggio delle attrezzature. Infine, consideriamo gli aspetti fiscali. IVA applicata con un'aliquota che non ha riscontro nei settori, del tutto analoghi, della ricezione e della ristorazione. IMU, vera e propria anomalia di sistema, trattandosi di beni non di proprietà. Imposta regionale sul canone demaniale, tributo medievale, se si considera che è imputato ad un 'bene comune' sull'utilizzo del quale il concessionario paga uno specifico canone, la cui entità è stabilita da organi tecnico-finanziari dello Stato. Prestazioni tutte obbligatorie, quelle menzionate, le quali - indipendentemente dalle valutazioni che se ne possono dare - comportano un cospicuo aumento degli oneri legati all'utilizzo turistico ricreativo del bene demaniale" osserva Riccomini.

"Le sue dichiarazioni Assessore Cascino, finalizzate a giustificare l'aumento dell'imposta regionale al livello stesso del canone demaniale, sono state effettuate in un momento socio-economico-politico estremamente delicato per gli stabilimenti balneari e nuocciono enormemente e senza giustificato motivo all'immagine della categoria. Non entriamo, in questa sede, nel merito dell'aumento esponenziale dell'imposta regionale, né intendiamo discutere qui degli interventi di tutela costiera, che Lei assicura destinatari dell'80% del gettito del tributo, così come della possibile riduzione indotta dal provvedimento voluto da lei sulla manodopera impiegata" aggiunge il Presidente di CNA Balneatori Liguria.

L'incontro in Regione di lunedì 18 novembre servirà a chiarire. Intanto, i balneari hanno una richiesta per Cascino: "La invitiamo ad integrare le dichiarazioni stampa già rese con le precisazioni di cui sopra: gli oneri obbligatori inerenti l'utilizzazione del bene demaniale assentito costituiscono un tutt'uno inscindibile con il canone demaniale e portano l'entità degli oneri strettamente legati all'utilizzo del bene demaniale a valori ampiamente superiori a quelli dei canoni che Lei ha indicato, valori che La invitiamo a ricontrollare, in quanto in alcuni casi, esaminati a campione, risultano inesatti per difetto. Non eccepiamo la pubblicazione di dati riservati. Chiediamo unicamente che sia ristabilita, senza ritardo, la realtà dei fatti".