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Pneumatici fuori uso (PFU) : istruzioni per le officine (e non solo)

Pneumatici fuori uso (PFU) : istruzioni per le officine (e non solo)

Alla luce di alcune criticità che, ormai ogni anno, vengono segnalate da parte di molti territori circa il regolare smaltimento di questa tipologia di rifiuto, ci preme ricordare alcuni aspetti non secondari sui quali è bene operare le dovute riflessioni.

Come sappiamo, le società private di smaltimento (Ecopneus, Ecotyre, Innovando, ecc)  denunciano sovente il raggiungimento anzitempo delle quote da ritirare di pneumatici fuori uso di propria competenza.

Questa attività è corrisposta, da parte del Ministero, attraverso il contributo ecologico che grava su ciascun pneumatico importato legalmente in Italia (sul quale pertanto gravano IVA e contributo ecologico).

Su questo problema incidono le importazioni illegali, e gli smaltimenti abusivi di vario genere.

Nel merito di quest'ultimo specifico fattore concorrono, oltre 1) alla condotta di privati, anche 2) lo svolgimento di attività esercitate da parte di pseudo imprese operanti in regime di “total black” (quindi non si tratta di vere aziende in quanto non iscritte in Camera di commercio) che si servono di canali di acquisto abusivi ma anche 3) di imprese vere e proprie non abilitate tuttavia all'attività di gommista.

Ricordiamo che, per poter svolgere questa attività, è necessaria l'iscrizione in Camera di commercio, visibile in visura con cod. Ateco: 45.20.40 e la presenza ovviamente di un responsabile tecnico in possesso dei requisiti professionali previsti dalla legge n. 122/1992 per ogni sede.

Le imprese abilitate devono iscriversi ad uno o più portali di smaltimento gomme per fare, periodicamente e all'occorrenza, la richiesta gratuita di ritiro presso l'officina attraverso procedura on line (non telefonica in quanto non attesta l'avvenuta richiesta) sollecitando il ritiro, in caso di ritardo, sempre in modalità on line!!

Dal conto loro, le società preposte allo smaltimento, devono previamente verificare che le imprese, che si iscrivono all'interno del proprio portale e richiedenti il servizio di smaltimento, abbiano e mantengano i requisiti indicati. 

Di conseguenza le aziende non in regola o perché inesistenti o perché non abilitate, non dovrebbero poter trovare canale per lo smaltimento legale dei pneumatici per il fatto che, a monte, non possono svolgere attività come gommisti, pena, tra le altre cose, la possibile contestazione del reato di esercizio abusivo della professione.

Teniamo poi a sottolineare l'importanza sulla massima attenzione da parte di tutti sulla sottoscrizione dei formulari per lo smaltimento al momento del ritiro.

Giungono ricorrenti voci di formulari che arrivano, a bordo dei mezzi presso le officine, già precompilati nella parte riguardante la quantità di PFU ritirati presso il richiedente (espressi in Kg ma anche talvolta in litri rapportati alla capacità del cassone del mezzo di trasporto) e che spesso e volentieri riportano valori molto superiori a quello che è il reale ritiro.

Sottolineiamo che il produttore del rifiuto (in questo caso l'officina) è responsabile di quanto dichiarato nel formulario di trasporto e pertanto soggetto ad eventuali sanzioni.

Il rischio è quindi non soltanto 1) quello di avallare a proprio nome ritiri abusivi di pneumatici prima dell'arrivo in discarica ma anche 2) quello di far risultare quantità di smaltimento incompatibili con il volume di affari dichiarato dalla ditta.

Vi consigliamo vivamente in questi casi di far rettificare la quantità di ritiro precompilata indicando la vera consistenza prelevata presso la vostra officina e di segnalarci prontamente qualsiasi tentativo di abuso.

Questa situazione, infine, è evidente che possa concorrere, a livello aggregato, ad una prematura saturazione del livello di quote stabilite in base alle importazioni in capo a ciascuna azienda di smaltimento.

In sintesi:

  1. Verifica il tuo codice ATECO sulla visura camerale;
  2. Iscriviti almeno ad un Consorzio abilitato al ritiro (puoi iscriverti anche a più Consorzi);
  3. Procedi alla richiesta ritiro PFU online tramite portale Consorzio;
  4. È sconsigliato procedere a richieste di ritiro PFU in via telefonica e ti sconsigliamo di telefonare agli autisti per concordare o richiedere ritiri, questo perché non rimarrebbe tracciabilità della richiesta;
  5. Ricorda che il ritiro del PFU è gratuito;
  6. Verifica i pesi indicati sul formulario che firmerai, in caso non siano corretti, richiedi la rettifica immediata.