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Alimenti - Covid-19: moratoria del Reg. UE in materia di etichettatura

Alimenti - Covid-19: moratoria del Reg. UE in materia di etichettatura

Il Ministero dello Sviluppo Economico ha informato che la Commissione Europea ha chiesto agli Stati membri di comunicare le difficoltà, anche con riferimento all'entrata in applicazione del regolamento 2018/775 al fine di valutare l'opportunità di adottare anche azioni temporanee, prima di intraprendere misure di flessibilità o di esenzione temporanea in caso di applicazione della legislazione UE in materia di etichettatura degli alimenti, ad eccezione delle questioni relative alla sicurezza alimentare, come le informazioni sugli allergeni.

Di fatto la Commissione Europea ha preso atto della situazione di stress che sta vivendo l'industria alimentare dell'UE a causa della pandemia di COVID 19, difficoltà e ripercussioni che si registrano, infatti, sia sulla fornitura di materie prime o ingredienti che sulla fornitura di materiale di imballaggio, con conseguente difficoltà dell'industria e delle piccole imprese, a livello dell'Unione a conformarsi a tutte le disposizioni dell'UE in materia di etichettatura degli alimenti.

A tal proposito la CNA ha inviato al Ministero dello Sviluppo Economico le proposte riportate qui in basso.

  • Per la CNA c’è bisogno di maggiore chiarezza al fine di fornire alle imprese un quadro normativo comprensibile attraverso una circolare congiunta MISE-MIPAAF-MINISTERO DELLA SALUTE.
  • In considerazione della complessità del regolamento 775/2018 e che la stessa Commissione Europea ha confermato, pubblicando le linee guida solo a gennaio 2020, dovrebbe essere prevista una moratoria di almeno un anno anche in considerazione dell’emergenza coronavirus, che sta mettendo in gravi difficoltà il settore alimentare italiano, che finora si è dimostrato in controtendenza al resto dell''industria e, anche in considerazione della volontà di MISE e MIPAAF di reiterare i decreti nazionali in materia di origine, creando ulteriore confusione interpretativa da parte delle imprese.
  • di attivare il massimo coordinamento in materia di origine al fine di confermare i molteplici casi di compatibilità delle diciture del regolamento dell'Unione e dei decreti nazionali già spese negli ordinativi di etichette, consentendo in ogni caso lo smaltimento degli imballaggi ordinati o le scorte degli stessi.
  • campo visivo: utilizzare tutti i lati della confezione come indicato dal reg. UE 1169/2011 all’art.1 comma 2) lett. k) soprattutto per gli imballaggi più piccoli, mentre il regolamento 775/2018 prevede che là dove indicato il Made in, si indica l'informazione di origine dell'ingrediente primario.
  • etichettare le confezioni esistenti con stickers inamovibili che richiamano l’origine, laddove ne ricorrano gli obblighi, così da evitare gli sprechi e i costi collegati allo smaltimento degli involucri con etichette non aggiornate. Questa soluzione favorirebbe gli operatori che dispongono ancora di numerose scorte di imballaggi, assicurando al contempo che al consumatore giungano informazioni adeguate e conformi alla normativa.
  • Inoltre come altro motivo da evidenziare alla Commissione Europea è l’ufficialità del proseguimento delle misure restrittive almeno fino al 13 aprile, il che vuol dire un mese di fermo delle aziende e dell’indotto, e per il settore alimentare significa lavorare nell’emergenza assoluta, con difficoltà negli approvvigionamenti, con aumento delle difficoltà economiche, considerando anche che nelle tre regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna polmone economico dell’Italia il fermo parte da febbraio.

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