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Imprese alimentari strangolate

CNA: "Abrogare l'art.62 sui tempi di pagamento nel settore alimentare"


Ancora guai per le imprese. Questa volta tocca alle imprese del settore di produzione alimentare, settore come gli altri già toccato dalla crisi. Il paradosso sta nel fatto che a metterlo al tappeto ci sta provando una legge nata in teoria per difenderlo.

Emanata infatti per favorire le imprese, finisce per danneggiarle, imponendo di pagare i fornitori entro 30 giorni, mentre ricevono pagamenti a 60 o 90 giorni. In Liguria il fenomeno interessa oltre 2.000 imprese.

Paola Freccero, dirigente di CNA alimentari di Savona eD imprenditrice del settore, ha raccolto le proteste e le preoccupazioni di decine e decine di imprenditori savonesi e liguri del comparto alimentare. "Sono tutti in difficoltà per la preoccupante restrizione della loro liquidità, schiacciata tra le banche che chiudono i rubinetti ed una legge che obbliga le nostre imprese a pagare i propri fornitori entro 30 giorni - spiega la Freccero - mentre gli incassi, quando va bene, si fanno a 60 giorni. In questa sfasatura a danno delle imprese di trasformazione sta un pericolo mortale".

Dopo avere interessato Unioncamere Nazionale attraverso una nota indirizzata attraverso Unioncamere Liguria partita proprio per iniziativa della Freccero, ora a livello nazionale CNA chiede l'abrogazione dell'articolo 62 del Decreto del 24 gennaio 2012, che - anziché regolare i tempi di pagamento nella filiera agro-alimentare - in realtà è diventato un concentrato di complicazioni interpretative e di adempimenti burocratici, chiedendo piuttosto che le transazioni commerciali nel settore alimentare siano regolamentate con le disposizioni della legge sui tempi di pagamento in vigore in Italia dal 1° gennaio 2013.

L'art. 62 della legge di cui si richiede l'abrogazione, infatti, prevedendo tempi diversi dei termini di pagamento a secondo della deperibilità o meno della merce, obbliga oltre tutto le imprese in certi casi ad emettere più fatture per la stessa spedizione. Tutto ciò alla faccia della semplificazione di fatto negata da procedure complesse quali l'obbligo della certificazione dell'avvenuto ricevimento della fattura per far scattare il meccanismo dei termini di pagamento.

A rendere la vicenda ancora più assurda vi è il fatto che un articolo di legge composto di soli 11 commi vede oggi ben tre versioni e che sull'art. 62 si registrano posizioni opposte: il Ministero dello Sviluppo Economico lo considera abrogato mentre per il Ministero dell'Agricoltura è tuttora in vigore, creando confusione ed incertezza nelle imprese che devono rispettarlo.
"Gli imprenditori, conclude Paola Freccero, soprattutto in questo momento di crisi economica, avrebbero bisogno dell'impegno delle Amministrazioni Pubbliche a semplificare le procedure amministrative ed invece devono perdere tempo e denaro dietro ad incomprensibili interpretazioni ministeriali."