Come è noto, l’art. 1, comma 900 della legge di stabilità 2016 ha esteso l’obbligo per i soggetti che effettuano l’attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, inclusi i servizi professionali, di accettare pagamenti anche mediante carte di credito, oltre che con carte di debito (come già previsto dal D.L. 179/2012), escludendo i casi di oggettiva impossibilità tecnica.
Si rileva che ad oggi, non soltanto non è stata data attuazione, nei termini prescritti, alla norma della legge di stabilità del 2016, che prevedeva specifiche disposizioni per l’introduzione di un regime sanzionatorio nella fattispecie in esame, ma non risulta, al momento, alcun atto istituzionale che ha preso in esame la fattispecie.
Neppure all’interno dello schema di Decreto Legislativo di recepimento della direttiva 2015/2366/UE, illustrata sopra, è stato inserito alcunché che regolamentasse gli aspetti sanzionatori.
Resta tuttavia la possibilità, in sede di parere parlamentare sul provvedimento, che Camera e Senato sollecitino il Governo ad intervenire sulle sanzioni, integrando lo schema di Decreto Legislativo.
Altra ipotesi che è stata formulata è che la materia possa essere trattata nell’ambito di un presunto collegato fiscale che dovrebbe accompagnare la prossima legge di bilancio.
In relazione alla descritta situazione, la Confederazione, nell’ambito delle attività coordinate in Rete Imprese Italia, ha in corso una serie di azioni sindacali che illustriamo di seguito.
In primo luogo, la problematica è stata trattata in una lettera del Presidente di RE.T.E. al Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.
Ulteriore intervento è la predisposizione di una lettera ai Ministri dello Sviluppo Economico e dell’Economia nella quale viene messo in evidenza come la problematica deve essere affrontata nell’ambito e con gli strumenti previsti dall’articolo 1, comma 900, della legge di stabilità del 2016, intervenendo compiutamente con l’introduzione delle sanzioni soltanto a seguito di una compiuta e chiara disciplina che individui e regolamenti tutti i casi di impossibilità o difficoltà tecnica all’utilizzo dei POS e, soprattutto, dopo un intervento atto a contenere l’importo delle commissioni da riconoscere ai gestori dei circuiti di pagamento.
Su questo tema eravamo già intervenuti all’indomani della approvazione della legge di stabilità del 2016 e in sede di tavolo ministeriale di confronto, tavolo in cui si sarebbero dovuti concertare i contenuti del decreto interministeriale, ma che dopo alcuni primi incontri non si è mai più riunito.
Terzo intervento, rivolto ai Presidenti delle competenti Commissioni parlamentari di Camera e Senato, ribadirà l’inopportunità di intervenire sulla materia con strumenti inappropriati che rischiano di introdurre solamente incertezze interpretative e appesantimenti burocratici per le imprese.